venerdì 31 ottobre 2014

il NOBEL politico e legale a DE MAGISTRIS




dalla pagina di DAGOSPIA
 
Ci sarebbe da ridere e invece occorre piangere.
 
Quando si preparava al ricorso al TAR da bravo conoscitore dei meccanismi legali di questa repubblica non poteva avere ignorato cosa andava a rimestare e sapeva anche che i canali amministrativi sono particolarmente manovrabili pur che si usino i canali, le persone e il momento giusto.
 
E' una lezione che io indirettamente ho imparato molti anni fa, tra la fine degli anni '60 e l'inizio di quelli '70. Pur senza soldi, normale se non hai ascendenti adeguati e sei un modesto borsista e poi prof con incarico triennale perché in fondo l'abilitazione l'avevi (c'eravamo abilitati in poco più di 30 su quasi 600 presentatisi allo scritto e poi le prove pratiche e, finalmente all'orale), ma avevi anche moglie e già due figli. Dicevo pur senza soldi mi era iscritto in una cooperativa "bianca" che pensava di costruire in zona FOSSOLO 2 di Bologna. Già perché le aree eran codificate, zona DC DC, zona CISL, zona PSDI, zona UIL e poi zona ROSSA (il DEMOCRATICO non era ancora di moda). Da poco era uscita una legge che facilitava l'acquisto della prima casa con un tasso fisso per il mutuo, tasso che sarebbe stato costante perché lo Stato garantiva alle banche la differenza. La base era il 7%, il mercato nei primi anni '70 arrivò a punte anche superiori al 20%. Succedeva che il Comune aveva in mano le licenze, lo STATO i finanziamenti agevolati. Se tardavano le licenze del Comune (rosso), lo Stato bloccava i mutui e allora fioccavano i ricorsi al TAR che bloccava tutto (cioè le licenze). Poi quando si aggiustavano fra rossi e bianchi tutto andava a posto, da una parte i non rossi potevano partire e costruire e dall'altra i rossi potevano finalmente incassare.
 
Ma torniamo al De Magistris, il suo è stato un formidabile assist al NO CAV e i suoi avvocatoni non ci avevano pensato, così come forse non pensavano che i rapporti fra i grandi burocrati con codazzo di giudici anche democratici si fossero così deteriorati con il Governo del Renzi.
 
Leggere Repubblica una volta tanto è istruttivo.
 
IL REGALO di Luigi De Magistris a Silvio Berlusconi è talmente grande e insperato che neppure l’ex premier, di primo acchito, se n’è reso conto.
SU UN piatto d’argento, l’ex toga gli offre l’azzeramento della legge Severino, quella che in assoluto lo ha danneggiato di più togliendogli il parterre del Senato e la protezione dell’immunità dal carcere, dalle intercettazioni, dalle perquisizioni. Se Berlusconi è diventato un uomo come gli altri, pienamente soggetto ai codici, lo si deve a quella legge. Senza di essa sarebbe ancora lì a sfruttare i benefici e le protezioni garantite alla casta.
«Meglio stare tra la gente che a palazzo» esulta il sindaco di Napoli, senza accorgersi della contraddizione in cui si è cacciato, perché il tentativo, per ora riuscito, di picconare la legge Severino, trasforma De Magistris nell’idolo del palazzo e dei suoi inquilini, nel vessillifero di quanti, corrotti e corruttori, hanno avversato la legge sull’incandidabilità e l’hanno attaccata ovunque era possibile.
Finora la Severino ha retto. Da ieri, una contraddittoria ordinanza del Tar di Napoli apre uno spiraglio, davvero minuscolo in verità, su una sua presunta incostituzionalità.
 
Di magistrale, come sempre, il già giudice ha la supponenza e i giusti contatti, oltre al sapiente illusionismo che attira gli sprovveduti che sopportano tutto (cos'è cambiato nella "normalità" napoletana?) purché abbia un qualche sapore di "anti".
 
PS: vorrei essere un moscerino per ascoltare i colloqui tra il NO CAV e i suoi legulei (entusiasti e ottimisti sul ricorso all'Europa, che arriverà forse a babbo morto) mentre il De Magistris pimpante e irridente velocemente  tornato a massacrare NAPOLI!

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