martedì 2 dicembre 2014

IO non ci ho capito NIENTE


Oggi, 2 dicembre del 2014, passo in rassegna una serie di titoli che campeggiano su il sito de Il Foglio e mi soffermo su "La “professoressa omofoba”? Non lo era
Smontata l’ennesima bufala che inventa un’emergenza inesistente" e l'articolo ovviamente si sviluppa e si muove secondo il migliore, o peggiore, stile di quello che io mi ostino a chiamare CICCIOFERRARA perchè così l'ho conosciuto tanti anni fa e non è certo offeso se ci si riferisce alla sua mole fisica usata spesso come irridente diga retorica verso i suoi critici.
 
Ricordavo vagamente i fatti e, del resto, c'è sempre il buon Google che da una mano così ho scoperto tutto un fiorire di articoli datati 1 novembre 2014 ovviamente "indignati". E, leggendo fra le righe, piuttosto irritato appariva anche l'Arcivescovo di Torino che in qualche modo non voleva venir convolto nella questione. E questa è la PRIMA TAPPA.
 
Avvicino le date e scopro un articolo de l'Avvenire del 12 Novembre che cerca di chiarire meglio la cosa in qualche modo con il non chiarire chi ha detto cosa e con chi e comunque esprimendo solidarietà alla prof. sicuro che ogni equivoco sarà chiarito. Del resto la prof in questione aveva gìà scritto al quotidiano l'Avvenire con la sua versione con tutte le squisitezze retoriche del caso, le distinzioni ovvie fra peccati e peccatori, la rivendicazione di molti amici con questo problema e risposta altrettanto colta de l'Avvenire.
 
E ormai siamo alla dirittura finale, tanto che, finalmente, tutto è stato chiarito, nessuno ha detto niente di omofobico, anzi molto è stato artatamente travisato. Poi viene un dubbio, nessuna denuncia per diffamazione o per danni. Gli avvocati hanno evidentemente lavorato bene e con loro Presidenza, Arcivescovado e l'abitudine molto piemontese a sopire, poi ci penserà il tempo
 
Mi è rimasto un dubbio, è del 5 novembre
 
La professoressa Caramico è stata, infatti, oggetto di una vergognosa campagna mediatica diffamatoria per aver dichiarato, su insistente domanda di un allievo, quanto segue: «Le persone omosessuali che vivono con sofferenza la loro condizione e desiderano cambiare - solo queste, e non altre categorie di persone omosessuali soddisfatte del loro orientamento - talora si rivolgono a terapisti che, con un accompagnamento insieme psicologico e spirituale, possono venire incontro al loro desiderio», citando un caso concreto di avvenuto recupero a sua diretta conoscenza.

venerdì 31 ottobre 2014

il NOBEL politico e legale a DE MAGISTRIS




dalla pagina di DAGOSPIA
 
Ci sarebbe da ridere e invece occorre piangere.
 
Quando si preparava al ricorso al TAR da bravo conoscitore dei meccanismi legali di questa repubblica non poteva avere ignorato cosa andava a rimestare e sapeva anche che i canali amministrativi sono particolarmente manovrabili pur che si usino i canali, le persone e il momento giusto.
 
E' una lezione che io indirettamente ho imparato molti anni fa, tra la fine degli anni '60 e l'inizio di quelli '70. Pur senza soldi, normale se non hai ascendenti adeguati e sei un modesto borsista e poi prof con incarico triennale perché in fondo l'abilitazione l'avevi (c'eravamo abilitati in poco più di 30 su quasi 600 presentatisi allo scritto e poi le prove pratiche e, finalmente all'orale), ma avevi anche moglie e già due figli. Dicevo pur senza soldi mi era iscritto in una cooperativa "bianca" che pensava di costruire in zona FOSSOLO 2 di Bologna. Già perché le aree eran codificate, zona DC DC, zona CISL, zona PSDI, zona UIL e poi zona ROSSA (il DEMOCRATICO non era ancora di moda). Da poco era uscita una legge che facilitava l'acquisto della prima casa con un tasso fisso per il mutuo, tasso che sarebbe stato costante perché lo Stato garantiva alle banche la differenza. La base era il 7%, il mercato nei primi anni '70 arrivò a punte anche superiori al 20%. Succedeva che il Comune aveva in mano le licenze, lo STATO i finanziamenti agevolati. Se tardavano le licenze del Comune (rosso), lo Stato bloccava i mutui e allora fioccavano i ricorsi al TAR che bloccava tutto (cioè le licenze). Poi quando si aggiustavano fra rossi e bianchi tutto andava a posto, da una parte i non rossi potevano partire e costruire e dall'altra i rossi potevano finalmente incassare.
 
Ma torniamo al De Magistris, il suo è stato un formidabile assist al NO CAV e i suoi avvocatoni non ci avevano pensato, così come forse non pensavano che i rapporti fra i grandi burocrati con codazzo di giudici anche democratici si fossero così deteriorati con il Governo del Renzi.
 
Leggere Repubblica una volta tanto è istruttivo.
 
IL REGALO di Luigi De Magistris a Silvio Berlusconi è talmente grande e insperato che neppure l’ex premier, di primo acchito, se n’è reso conto.
SU UN piatto d’argento, l’ex toga gli offre l’azzeramento della legge Severino, quella che in assoluto lo ha danneggiato di più togliendogli il parterre del Senato e la protezione dell’immunità dal carcere, dalle intercettazioni, dalle perquisizioni. Se Berlusconi è diventato un uomo come gli altri, pienamente soggetto ai codici, lo si deve a quella legge. Senza di essa sarebbe ancora lì a sfruttare i benefici e le protezioni garantite alla casta.
«Meglio stare tra la gente che a palazzo» esulta il sindaco di Napoli, senza accorgersi della contraddizione in cui si è cacciato, perché il tentativo, per ora riuscito, di picconare la legge Severino, trasforma De Magistris nell’idolo del palazzo e dei suoi inquilini, nel vessillifero di quanti, corrotti e corruttori, hanno avversato la legge sull’incandidabilità e l’hanno attaccata ovunque era possibile.
Finora la Severino ha retto. Da ieri, una contraddittoria ordinanza del Tar di Napoli apre uno spiraglio, davvero minuscolo in verità, su una sua presunta incostituzionalità.
 
Di magistrale, come sempre, il già giudice ha la supponenza e i giusti contatti, oltre al sapiente illusionismo che attira gli sprovveduti che sopportano tutto (cos'è cambiato nella "normalità" napoletana?) purché abbia un qualche sapore di "anti".
 
PS: vorrei essere un moscerino per ascoltare i colloqui tra il NO CAV e i suoi legulei (entusiasti e ottimisti sul ricorso all'Europa, che arriverà forse a babbo morto) mentre il De Magistris pimpante e irridente velocemente  tornato a massacrare NAPOLI!

lunedì 15 settembre 2014

ALLE ARMI... ALLE ARMI... DEMOCRAZIA UCCISA

Dum ea Romani parant consultantque, iam Saguntum summa vi oppugnabatur. (l'ho presa direttamente da WIKIPEDIA, ci mancherebbe).
 
No non sono impazzito, son sempre il solito vecchio Benito vestito stavolta da Nitokrema che amava anni fa (tempi felici, tempi di Splinder) ogni giorno fare una specie di lettura, di parte di parte, di quello che si scriveva in giro. Oggi di solito tutto si trasforma in un piccolo preambolo su Faccebukke di supporto a un link e poi, sempre che qualcuno lo desideri, un po' di commenti di chi ti vuole meno male magari ridotti al "mi piace". Personalmente preferirei fosse messo anche il "non mi piace" così da aver capito, almeno, quante volte il campanello ha suonato.
 
Ma veniamo "a bomba" come in anni lontani qualcuno diceva. Mi ha colpito il grido di dolore del povero Grillo: DEMOCRAZIA UCCISA naturalmente l'avviso non è secondo tradizione sui muri listato a lutto come avrebbero fatto con più fantasia gli antenati FUTURISTI, ma è il solito b'anale (apostrofo voluto) twitt, cioè uno di quei così che puoi spedire ovunque da ovunque, sia che tu stia sulle solite spiagge da VIP (delle quali Grillo giustamente è un appassionato utente) o magari stia finendo le abluzioni e tutto gocciolante raggiungi il telefo... scusate lo SMARTPHONE e via spedisci senza aver nemmeno prima meditato che cosa. I vantaggi sono tanti, dopo puoi continuare a controllare se devi tornare dal parrucchiere o i riccioli hanno ancora il giusto contrasto di grigio, oppure finisci di lavorare con la carta igienica o chiudi il rubinetto del bidet.
 
Una volta dovevi fare delle dichiarazioni di fronte a quei testoni di giornalisti che magari facevano gli arroganti chiedendo "perché".
 
E mi ha colpito, perché mentre SEL o la LEGA hanno uno straccio di dibattito interno con sofferenze e discussioni, il Grillo le discussioni forse le ha con l'altro cappellone lungo sempre dopo e basta. Quando gli tira mette due cazzate sul famoso blog e le truppe eroicamente applaudono o stanno zitte per non rischiare l'espulsione. E il tutto è poi ancora più sconcertante perché dopo le famose ultime votazioni denominate europee aveva riconosciuto al RENZI di aver ricevuto una investitura ufficiale dagli elettori d'Italia ed era pronto a discutere tanto che ZUCCONI con l'ironia dei vecchi cresciuti a pane e cipolla e scarponi antifango scriveva
 
 
Restiamo comunque in attesa, anche perché l'unico che sta capendo qualcosa è SALVINI ed è anche l'unico che da questi casini uscirà meglio, per risalire a quelle vette leghiste in termini elettorali che solo l'insipienza e la dabbenaggine da neo-ricchi hanno distrutto. Di SEL non parliamo, l'acqua arriva al ginocchio eppure rischiano di annegare, misteri tipici della sinistra, chiamiamola così, divisa in tante parrocchie ognuna delle quali ha un proprio vangelo e un po' di cardinali che vorrebbero diventare "papi", perché il loro ispiratore non è mai Marx o qualcosa di simile ma banalmente il "papi" oggi NO-CAV. 

lunedì 8 settembre 2014

leggendo THOMAS MANN

Certo ai seri e severi lettori potrà apparire ridicolo un tale che scopre Thomas Mann ormai alle soglie degli 80, tanto più che non è merito o curiosità mia, ma semplicemente una cara amica decisamente più giovane di me ha accumulato negli anni pareti e scaffali pieni di libri e così sto saccheggiando qua e là tutto quello che in quel momento è a portata di occhi e di mano.
In qualche modo sono stato un lettore, a cominciare dagli anni piccoli guidato da mia madre che reimparava con me partendo da Il Corrierino dei Piccoli. Era il 1940, io mi avvicinavo ai 5 anni e mia madre ai 28, così assieme imparavamo a compitare e persino a scriverle, quelle parole abbinate alle immagini. Ma la lettura vera arrivò più tardi, alla fine del 1945 in collegio, durante il riposino obbligatorio del pomeriggio, combattendo con Tremal Naik, Sandokan, le Tigri, i Pirati, sfruttando i raggi di luce che penetravano dalle fessure degli scuri segnati dal tempo. Erano avventure molto impegnative e continuavano nei sogni dove finalmente anch'io ero uno dei protagonisti. E poi c'era un libro che parlava della Maremma, con le sue piante, i boschi selvaggi, le paludi, gli animali. Un libro che ho cercato di ritrovare ma non ricordo né titolo né autore, solo un ragazzo circa della mia età che andava alla scoperta di questo suo mondo affascinante dove piante e animali erano carne viva della vita, protagonisti non solo comparse o fondali più o meno amici o nemici e molto spesso banali servi. Mondo che molti anni dopomho cercato di riconoscere scendendo dalla Liguria al Lazio lungo la costa tirrenica.
Poi il Seminario dagli 11 ai 14 anni, letture più storiche che religiose, anche se c'erano spesso i cattivi massoni che fingevano la COMUNIONE per poi portarsi a casa l'ostia consacrata e tutti assieme colpire con i pugnali quel povero dischetto di farina azima in spregio di noi creduloni. Poi cambiò vescovo, arrivò una squadra nuova e si leggeva di tutto. In alcuni libri c'eran pure dei personaggi femminili! Ma ormai ero a Trieste, del parentado allargato il primo che andava a un liceo, sia pure scientifico e per quel che so l'unico del mio giro generazionale e temo anche su quello del turno dei miei figli, a parte loro ovviamente. E al Liceo Oberdan di Trieste fui fortunato, trovai un prof che mi insegnò a leggere e a vivere la biblioteca civica triestina nelle sue molteplici funzioni e inevitabilmente fu la parte storica più che letteraria e dalla cosiddetta rivoluzione americana in poi. E poi la curiosità della storia italiana del primo novecento, il clima culturale che portò al fascismo che allora mi affascinava, cos'erano e chi erano sti comunisti, Gramsci, Togliatti e anche l'Angelo Tasca così poi dimenticato. E poi chi erano gli USA e i loro scrittori e mi innamorai del Nobel Sinclair Lewis e dei suoi personaggi quasi fossero dei simboli e delle iconografie realistiche e devo ammettere che degli italiani ben poco ho letto (delle ultime  generazioni) anche per la loro lingua che mi è sempre parsa così lontana dal parlato reale trovandomi più a mio agio con l'italiano dei traduttori di autori non italiani, preferendo sempre quelli americani forse anche sotto l'influsso della cinematografia e del fascino indotto dalla loro centralità politica. E poi facevano da contraltare ai russi, quei russi così veri, così europei e, soprattutto, così poco italioti.

E arrivo finalmente a Thomas Mann, incontrato come dicevo per caso nella miniera di una mia cara amica e ai suoi BUDDENBROOK e sono rimasto affascinato da questa borghesia mercantile e che pure avvertiva del nuovo che avanzava. Certo che raffrontarla con l'Italia di allora vengono i brividi (siamo attorno alla metà del 1800, dopo la monarchia di luglio, in piena apparente restaurazione), eppure anche loro non avvertono quel che pure in Inghilterra e anche nelle Francia di Luigi Filippo si stava preparando

Ideali pratici... Non non è roba che fa per me! Adesso spuntano gli istituti professionali e tecnici e le scuole commerciali, mentre il ginnasio e l'istruzione classica diventano improvvisamente sciocchezze e non si pensa ad altro che a miniere...a industrie...e a far quattrini...Bene, bravi! Tutte belle cose. Ma a lungo andare diventano un po' stupide...no? Non so perché io senta queste cose come un affronto ...

Che buffo, proprio attorno a quegli anni a Bologna il Comune creò le "scuole tecniche comunali" (1844) con la cattedra di meccanica e poi di chimica su sollecitazione dei setaioli e tanti anni dopo (1966) ebbi l'onore di cominciare ad insegnarvi anch'io ed è stata una esperienza molto gratificante anche per il confronto e il rapporto con realtà produttive in continua evoluzione (almeno da quelle parti lì, di indiscutibile prestigio internazionale e non solo economico).

Ma a parte gli incisi e le nostalgie personali c'è altro di attuale e interessante, il cambio generazionale inevitabile specie quando a deciderlo è la morte e così il "console" può diventare "senatore" con volontà innovative e nuove che la realtà, le traversie parentali frustreranno e così l'arrivo alla carica di borgomastro, ultima carica suprema, diverrà impossibile. In fondo è la rappresentazione della nuova realtà, dove i diritti della nascita e del ruolo sociale non sono eterni, almeno in molte parti del mondo.

Poi mi vengono i dubbi a guardare e leggere intorno a noi, almeno in Italia, le persone inevitabilmente non sono eterne quel che però è eterno è il peso delle tante corporazioni

domenica 7 settembre 2014

SCALFARI pensiero, penultima puntata.


Da un po' quello che di solito si ritiene il fondatore di Repubblica ha dichiarato guerra al poverino Renzi in ogni sua manifestazione, qualunque essa sia. Si potrebbe anche fissare una data per mettere in evidenza questo aspetto, un paio di domeniche prima dell'ultima ipotetica conversazione con Papa Francesco. Il Renzi aveva appena dichiarato guerra, poi in parte persa, ai "vecchi" giudici e ai "vecchi" grandi burocrati della macchina statale e parastatale parlando addirittura di pensionamenti anticipati e riduzioni addirittura di "stipendi" (non sono certo "salari") nel limite dei 239 mila e 191 euro del Presidente della Repubblica . Scalfari dev'essersi sentito come un naufrago, prevedere di non poter più chiamare al telefono diretto i suoi "amici", così da rassicusarsi e rassicurare, alla sua venerabile età (in fondo ha solo 12 anni più di me) dev'essere stato terribile. Da allora Renzi è diventato il regazzino minchia, bersaglio unico e ossessivo e mi spiace per il povero Ezio Mauro, del resto nell'avversione preconcetta Scalfari ha il pieno appoggio anche di alcuni rivoluzionari.
 
Ma veniamo al sermone odierno, fatti gli opportuni apprezzamenti del nostro connazionale a capo della BCE rimangono poi gli ostacoli rappresentati proprio da questo RAGAZZINO che snobba persino Cernobbio (chissà quanto soffre l'Eugenio per non esserci, né lui né De Benedetti). Ma queste sono sottigliezze, più interessante è il resto quando si passa ai rimproveri "veri" e a commentare quel che intende fare  Draghi e di conseguenza chi deve INVESTIRE.

Questa politica ha un obiettivo primario: rialzare il tasso di inflazione in prossimità al 2 per cento (attualmente in Europa è prossimo allo zero) e un obiettivo secondario ma interconnesso che è quello di abbassare il tasso di cambio dell'euro-dollaro almeno verso l'1,25 ma possibilmente all'1,20 contro dollaro. Questo risultato potrà essere anche attuato con interventi sui mercati di paesi terzi con monete diverse dall'euro, vendendo quote della nostra moneta e deprimendo così il cambio con riflessi sulle quotazioni del dollaro.

L'insieme di questi intenti non è di facilissima esecuzione ma la Bce e le Banche centrali nazionali dell'area europea sono perfettamente in grado di effettuarli con rapidità ed efficienza. Ma c'è un aspetto molto problematico: le imprese europee sono parte attiva di questo programma, debbono cioè essere disponibili a indebitarsi con le banche, sia pure a tassi di interesse abbastanza ridotti rispetto a quelli attuali.

Se hanno progetti di investimenti e se i governi le incentivano a investire, il sistema delle imprese farà quello che ci si aspetta; ma attualmente questa disponibilità non c'è o è comunque insufficiente, sicché questa seconda parte della strategia di Draghi rischia di non dare i risultati attesi.

 
Ed ecco il vero problema Renzi   <se hanno progetti di investimenti e se i governi le incentivano a investire, il sistema delle imprese farà quello che ci si aspetta>. Se il Governo ci dà i soldi, allora forse investiremo e non è un caso se in qualche modo è tornata la sintonia fra Renzi e il Presidente di Confindustria SQUINZI.
 
Squinzi fa parte di quegli industriali italiani (medi) che i soldi li ha, che ha intenzione di restare in Italia ma che vuole togliersi dai piedi tutto quel sistema di aziende e banche che dominano solo per quell' andazzo eterno italico che si è visto in tante altre situazioni, ultima Alitalia, ma ce ne sono tante altre, con lo Stato, cioè tutti noi (o meglio quelli che le tasse le pagano), che ci mette i soldi e gli utili vanno agli altri. Questi sono i Governi che evidentemente piacciono all'illustre estensore.
 
E poi c'è il finale con un abbinamento incomprensibile, almeno per me, visto che riguardano situazioni politico-amministrative locali come a LOCRI (125 dipendenti, presenti 25) , dove il sindaco, ex AN ed eletto in una lista civica (alle politiche maggioranza Berlusconi, 36.5%, PD e SEL  25.9%, 5 stelle 22%, centro 9.2%) non riesce ad avere presenti più di 25 dipendenti su 125.
 
L'altro esempio è la questione Scopelliti, recentemente conclusa e che finalmente dovrebbe portare a una nuova elezione regionale, vicenda questa nata ben prima che direttamente o indirettamente ne fosse anche solo sfiorato il nemico pubblico nro 1 del grande saggio e comunque riguardante una amministrazione che chiamare destra sarebbe offensiva anche per mafia.






giovedì 28 agosto 2014

il CUORE OLTRE L'OSTACOLO



Viene da sorridere, se non fosse vero. Il linguaggio viene dal profondo e non è casuale. Certo non sono così cretino da fare paragoni, ma ormai tutto è così divertente, sentire un quasi vecchio (classe 1948) onusto di scompigliata barba e capigliatura usare il linguaggio che fu dei futuristi e interventisti del primo '900 non può che far pensare quanto sia vero che le tragedie fan presto a trasformarsi in pagliacciate sol perché gli uditori sono sprovveduti di cultura e di elementari conoscenze. Viene persino il dubbio che il grande capo si alleni utilizzando vecchie pellicole d'epoca.
 
«Italia a 5 S5, una tre giorni insieme di incontri tra i duemila eletti del M5S in tutta Italia e in Europa e cittadini e simpatizzanti, dal 10 al 12 ottobre. Un evento ambizioso, che non sarà né il primo nè l'ultimo nella nostra storia. D'altronde siamo abituati < a gettare il cuore oltre l'ostacolo > e quindi abbiamo iniziato per tempo, il 1 luglio, la trafila dei permessi al Circo Massimo a Roma»
 

lunedì 11 agosto 2014

molto elegante, il POC'ANZI o era POCANZI?

Come quasi ogni mattina, se c'è una radio a portato d'orecchio, ascolto il primo pezzo di Prima Pagina su Radio Rai 3, ore 7 e 15 e mi ha colpito un vocabolo "pocanzi", probabilmente desueto (mi esercito anch'io) forse solo al mio orecchio. Troppo alta la professionalità della Rangeri che questa settimana tiene la Rubrica e ottimo il suo curriculum da cui risulta una attività giornalistica già a soli 20 anni. Del resto più che comprensibile sol che si legga una sua intervista (di lei come intervistata), e, del resto, una delle poche allevata al Manifesto e non poi emigrata verso altre testate come, ad esempio, Mino Fuccillo, Gianni Riotta, Tiziana Maiolo o Lucia Annunziata per ricordarne solo alcuni.
 
Per strana associazione di idee ho collegato questa storia personale a quella dei "baby boomers" trattata in prima pagina di Repubblica (il titolo e poi a pp 24/25erete) e che si riferisce al fenomeno degli Usa con 10 000 pensionamenti al giorno (circa 4 milioni anno) della generazione 1946-1964. Un blocco generazionale di 80 milioni comprendente anche 2 Presidenti come Obama e, prima di lui, Bill Clinton e molti altri inamovibili (fra questi Hillary, se correrà, ma dovrà cercare voti anche tra i coetanei dii sua figlia).
 
E in Italia? Fatevi una qualche ricerca e vi accorgerete che anche in Italia non si scherza. I nati 1946-1950 sono 4 milioni e 915 mila (arrotondati), quello 1951-1955 sono 4 milioni 293 mila, nel periodo 1956-1960 4 milioni e 434 mila per salire a 4 milioni e 833 mila nel periodo 1961-1965. Non è un interesse banale ragionare su questi numeri se riprendiamo i dati di 40 anni dopo, più o meno corrispondenti alle leve lavorative che dovrebbero sostituire quelli di loro in età pensionabile.
 
I nati 1986-1990 sono 2 milioni e 801 mila (2 milioni e 114 mila in meno rispetto al 1946/50) che quindi non dovrebbero trovare difficoltà a trovare collocazione nel mondo del lavoro come i nati 1991-1995 ( 2 milioni e 754 mila) che sono 1 milione e 754 mila in meno rispetto ai nati 1951-1955. Ma come mai allora la disoccupazione giovanile è così alta?
 
Ci si ostina a guardare la botte vuota e non quella piena. Il 40% di giovani non occupati nascondono quel 60% di occupati. Quello che nessuno, almeno io non l'ho trovato, ha analizzato  è quali sono le caratteristiche degli occupati. I nati 1986/1990 sono il 57% dei nati 1946-1950 che assomiglia tanto a quel 60 % di occupati e che (mia opinione) in gran parte arrivano secondo il metodo italico per assonanza, per vicinanza qualunque essa sia o culturale o economica o sociale o parentale
 
Sono 2 milioni e 114 mila meno della metà di quei 4 milioni e 915 mila nati nel 1946/50
ma quei nati d'allora forse eran maschi/femmine così che verrebbe da pensare che quelli son sistemati tutti. E gli altri? intanto molti di quell'ondata sono ancora in servizio attivo, i più vecchi non arrivano a 70 e i più giovani sono a meno di 65 e non hanno nessuna voglia di farsi rottamare specie perché il famoso '68 ha costruito una grande solidarietà intergenerazionale e una parte di loro ha saputo velocemente adeguarsi al nuovo potendo usufruire di gratificanti immissioni in ruolo "ope legis" negli anni '70 nelle istituzioni scolastiche e ministeriali.
 
E gli altri? quelli ancora non occupati e che neppure cercano occupazione? Una parte dispersa nell'anonimato e nel degrado di zone d'Italia ampiamente conosciute specie a Sud, mentre nel Nord la buona qualità degli addetti industriali pensionati è stata sostituita da quella parte di immigrati che si è adattata  a condizioni salariali e normative peggiori grazie all'automazione di molti processi produttivi che non richiedono particolare qualificazioni.  

mercoledì 6 agosto 2014

ACIDO ACETIL SALICILICO

 

 
Chi l'avrebbe detto, fu il primo composto con cui ci fecero giocare nel biennio di chimica a Trieste, nei laboratori di quell'Università che mi ha sempre fatto pensare al trono dell' UOMO MASCHERATO, immagine che non ho ritrovato certo per mia incompetenza e che sui braccioli aveva due crani che obiettivamente qui mancano. In compenso c'erano i nostri curiosi cervelli di capire cos'era sta magica chimica alla quale c'eravamo iscritti. Eravamo appena 21 (o forse 22, anni lontani 1955 la memoria latita) nei nostri nuovi camici bianchi nel laboratorio del primo anno, dal 16 novembre al 15 giugno, dal lunedì al venerdì, dalle 14 e 30 alle 19 e 30. Prof Antonio Ciana e Coglievina tecnico con il classico camice blù a controllare a fine turno che tutto fosse in ordine, ordinato, pulito e pavimento... PURE.
 
La storia di questa molecola è molto interessante e può essere considerata il primo, o comunque una dei primi medicinali di sintesi, una sintesi molto semplice ma pe noi significava ottenere un qualcosa di concreto identico a un prodotto di uso farmaceutico. Molecola fra l'altro dall'uso molto diffuso ma il cui meccanismo d'azione si comprese bene solo verso il 1970 e che trovò via via applicazioni apparentemente lontane fra loro. Fra queste applicazioni l'assunzione quotidiana ad esempio per problemi di tipo cardiologico per la sua funzione "fluidificante".
 
Notizia di questi giorni avrebbe anche una azione protettiva e inibente per alcuni tumori localizzati in stomaco, esofago e intestino cioè là dove noi trasformiamo il cibo in qualcosa di utilizzabile dall'organismo umano inviando le varie frazioni ai reparti addetti ed eliminando i residui secondo una procedura messa a punto nella lunga storia della nostra evoluzione.
 
E così quelle che erano conoscenze quasi misteriose (Erodoto nelle Storie narrava che esisteva un popolo stranamente più resistente di altri alle comuni malattie; tale popolo usava mangiare le foglie di salice. Ippocrate, considerato il padre della medicina, descrisse nel V secolo a.C. una polvere amara estratta dalla corteccia del salice che era utile per alleviare il dolore ed abbassare la febbre. Un rimedio simile è citato anche dai sumeri, dagli antichi egizi e dagli assiri. Anche i nativi americani lo conoscevano e lo usavano per curare mal di testa, febbre, dolori muscolari, reumatismi e brividi) diventano realtà sempre più sorprendenti affidate a molecole "semplici"  simili a molecole già esistenti in natura sia pure con modifiche significative.

Tornerà di moda andare a decrittare voci e pratiche antiche per ritrovare al di sotto dell'aspetto "magico" quanto c'è di utlizzabile?

venerdì 1 agosto 2014

Come combatto la MAFIA con i soldi della Regione Veneto

e l'appoggio delle associazioni commercianti, etc. etc. etc.
 
E' stato un ascolto molto interessante quello su Radio Rai 3 di ieri sera, 31 luglio 2014 attorno alle 20. Naturalmente con quel piglio squisitamente democratico e quel po' di nasino arruffato che ogni democratico "bene" inevitabilmente ha quando parla di "vu cumprà", specie se abbondantemente finanziata e appoggiata da tutta la consorteria commerciale italiana e veneta in particolare.
 
L' oggetto principale era la mafia che con i suoi mezzi e i suoi metodi invade il mercato della contraffazzione italiana soprattutto lungo le spiagge e le strade di tutta Italia truffando gli ignari cittadini che si illudono di comprare i super marchi a prezzi che neanche nei tradizionali negozi "cinesi" li trovi.
 
Io non so altrove, ma per la mia esperienza personale qui in Sardegna vedo proposti soprattutto oggetti tessili vagamente esotici stile egizio o indo-pakistano. Ma non è questo l'oggetto del mio discorso, quel che mi ha colpito era il tono nei confronti dei "vu cumprà" (ripeto l'espressione molto significativa, tanto che il conduttore stesso l'ha ritenuta "un po' forte" per una Radio Rai 3 per principio "democratica") dai quali non compro mai da sempre, sia semafori, spiagge, stazioni di servizio ma solo per antica esperienza di fregature da parte di bianchissimi italici che per caso si ritrovavano a regalarti un radiolone o simili cose regolarmente in qualche modo "rubate" e nei fatti semplicemente scatoloni vuoti.
 
Purtroppo il mercato vero dei "fasulli" è proprio nei negozi, magari quelli apparentemente SANI nell'orgia di fine stagione, magari a negozio chiuso e clientela riservata e il più delle volte più che di fasulli si tratta di merce SANA ma fiscalmente non troppo corretta.

mercoledì 30 luglio 2014

cri cri siciliani e le pensioni dorate a 53 anni dei dirigenti regionali.

Fu un grosso successo quel giorno del 2012, tanto da far dimenticare quello del 2008 con Lombardo (PdL + etc) al 65.3% e 61 seggi controbilanciato dal misero 30.4 % del PD e dintorni e 19 seggi . Gli amici di Grillo, così autonominatisi, al 2.4%.
 
E nel 2012 tutta una altra musica, con Crocetta (Pd e altri) a conferma del solito 30.5 e 30 seggi, il PdL con Musumeci al 25.7% e 20 seggi, il buon Micciché al 15.4% con 15 seggi  e il buon risultato delle 5 STELLONE AL 18.2 % e 15 seggi. E niente per gli altri (IDV 6.1%, Forconi 1.6%).

Unica differenza, sia pure di sostanza, un numero di votanti del 2012 nettamente inferiore a quello del 2008. Ma importò poco, con un po' di tremori si partì sommando in qualche modo i 30 seggi del PD con i 15 seggi stellati, così che in fondo c'erano 45 da una parte e 35 dall'altra. Riassumo perché ci furono distinguo ma la sostanza ufficiosa può essere riassunta così, anche perché, in Sicilia, è vero: niente è come nel resto d'Italia (per chi ha la mia età c'è sempre nel ricordo un governo regionale nel quale gli eletti del PCI erano in maggioranza assieme agli eletti del MSI e nessuno strillava o invocava finimondi).
 
Poi le cose sono andate in tanti modi (dal 2012 a oggi) tanto che raramente la stampa nazionale si è occupata di quel che succede oltre lo stretto, fino a ieri, quando nell'opera di risanamento della fantasia spendacciosa italica si è riusciti (forse) a ridurre i costi dei dirigenti regionali entro il famoso limite dei 240 mila EURONI /annui dando però una scappatoia per i dirigenti che a 53 anni possono andare in pensione con i vecchi criteri così da non rimetterci.
 
COME MAI, eroici combattenti si-CULI? Nessun  Sit-In, nessun tweet furibondo, niente nel famoso blog della salute virginale?.
 
PS: con l'aspettativa di vita proiettata verso gli 80 anni (per i maschi) con massimo 20 anni di contributi si godranno 27 anni di follie economiche ... EVVIVA I CRI CRI!

domenica 27 luglio 2014

ULTIMA CHIAMATA, o si tira definitivamente l'acqua...

 
E' un incipit da ultima spiaggia questo di Sallusti su IL GIORNALE quello di famiglia e al quale i destinatari non sembra abbiano risposto con un qualche entusiasmo i destinatari ossessionati dal rischio che la futura legge elettorale sia troppo tirchia sui soci collaterali, del resto non c'è grasso da spalmare sui crostini con il titolare del pacchetto maggioritario che se va bene si troverà con un 20% e gli altri così bravini da muoversi fra il niente e forse il 4/5%.
 
E la conclusione è veramente drammatica per chi ha spadroneggiato elettoralmente in questi anni con il PD e cosiddetti alleati dediti al controllo reciproco e al piccolo grande sottogoverno di Comuni, Province e Regioni e adesso hanno un concorrente giovane e vivace che veleggia comunque al 20% e con un modulo organizzativo da falange macedone, sempre che duri. E non può cambiare, svanirebbero come sono ininfluenti tutti i gorgoglii cosiddetti sinistri o pseudo radicalborghesi stile TSIPRAS.
 
Voglio dire. L'occasione offerta dalla lettera di Berlusconi è preziosa e probabilmente irripetibile. Persa questa, non credo proprio che capiterà una nuova occasione e a quel punto ognuno andrà avanti sul suo piccolo sentiero lasciando a Renzi e a Grillo il monopolio delle autostrade elettorali su cui scorrazzare non senza fare danni. Rileggiamola, quella lettera, ma soprattutto rileggetela voi che potete decidere se darci una guida amica o lasciarci in balia della sinistra, che anche se renziana, resta sempre sinistra e nemica.