Come quasi ogni mattina, se c'è una radio a portato d'orecchio, ascolto il primo pezzo di Prima Pagina su Radio Rai 3, ore 7 e 15 e mi ha colpito un vocabolo "pocanzi", probabilmente desueto (mi esercito anch'io) forse solo al mio orecchio. Troppo alta la professionalità della Rangeri che questa settimana tiene la Rubrica e ottimo il suo curriculum da cui risulta una attività giornalistica già a soli 20 anni. Del resto più che comprensibile sol che si legga una sua intervista (di lei come intervistata), e, del resto, una delle poche allevata al Manifesto e non poi emigrata verso altre testate come, ad esempio, Mino Fuccillo, Gianni Riotta, Tiziana Maiolo o Lucia Annunziata per ricordarne solo alcuni.
Per strana associazione di idee ho collegato questa storia personale a quella dei "baby boomers" trattata in prima pagina di Repubblica (il titolo e poi a pp 24/25erete) e che si riferisce al fenomeno degli Usa con 10 000 pensionamenti al giorno (circa 4 milioni anno) della generazione 1946-1964. Un blocco generazionale di 80 milioni comprendente anche 2 Presidenti come Obama e, prima di lui, Bill Clinton e molti altri inamovibili (fra questi Hillary, se correrà, ma dovrà cercare voti anche tra i coetanei dii sua figlia).
E in Italia? Fatevi una qualche ricerca e vi accorgerete che anche in Italia non si scherza. I nati 1946-1950 sono 4 milioni e 915 mila (arrotondati), quello 1951-1955 sono 4 milioni 293 mila, nel periodo 1956-1960 4 milioni e 434 mila per salire a 4 milioni e 833 mila nel periodo 1961-1965. Non è un interesse banale ragionare su questi numeri se riprendiamo i dati di 40 anni dopo, più o meno corrispondenti alle leve lavorative che dovrebbero sostituire quelli di loro in età pensionabile.
I nati 1986-1990 sono 2 milioni e 801 mila (2 milioni e 114 mila in meno rispetto al 1946/50) che quindi non dovrebbero trovare difficoltà a trovare collocazione nel mondo del lavoro come i nati 1991-1995 ( 2 milioni e 754 mila) che sono 1 milione e 754 mila in meno rispetto ai nati 1951-1955. Ma come mai allora la disoccupazione giovanile è così alta?
Ci si ostina a guardare la botte vuota e non quella piena. Il 40% di giovani non occupati nascondono quel 60% di occupati. Quello che nessuno, almeno io non l'ho trovato, ha analizzato è quali sono le caratteristiche degli occupati. I nati 1986/1990 sono il 57% dei nati 1946-1950 che assomiglia tanto a quel 60 % di occupati e che (mia opinione) in gran parte arrivano secondo il metodo italico per assonanza, per vicinanza qualunque essa sia o culturale o economica o sociale o parentale
Sono 2 milioni e 114 mila meno della metà di quei 4 milioni e 915 mila nati nel 1946/50
ma quei nati d'allora forse eran maschi/femmine così che verrebbe da pensare che quelli son sistemati tutti. E gli altri? intanto molti di quell'ondata sono ancora in servizio attivo, i più vecchi non arrivano a 70 e i più giovani sono a meno di 65 e non hanno nessuna voglia di farsi rottamare specie perché il famoso '68 ha costruito una grande solidarietà intergenerazionale e una parte di loro ha saputo velocemente adeguarsi al nuovo potendo usufruire di gratificanti immissioni in ruolo "ope legis" negli anni '70 nelle istituzioni scolastiche e ministeriali.
E gli altri? quelli ancora non occupati e che neppure cercano occupazione? Una parte dispersa nell'anonimato e nel degrado di zone d'Italia ampiamente conosciute specie a Sud, mentre nel Nord la buona qualità degli addetti industriali pensionati è stata sostituita da quella parte di immigrati che si è adattata a condizioni salariali e normative peggiori grazie all'automazione di molti processi produttivi che non richiedono particolare qualificazioni.